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It.Gr. XX 2017 - Comunicato finale
Comunicato stampa
Itinerari Gramsciani 2017
Fosse successo in una città del Nord: Torino, Milano, o anche Roma, l’evento vissuto nella giornata del 29 luglio in Calabria, nel piccolo centro italo-albanese di Plataci, radio, tv e grandi testate giornalistiche avrebbero consumato ore di trasmissione e vistosi articoli di stampa per spiegare in mille modi il significato del grandissimo ed inaspettato successo della conclusione del XX anniversario degli itinerari gramsciani. Per la Calabria il trattamento è opposto. La grande stampa, infatti, e la “mega-macchina” del potere messa in moto per distruggere ogni residuo di impianto costituzionale, ha interessi a rappresentare il Sud solo come immaginario politicistico-moralistico di tutto il male possibile: mafia, camorra, illegalità ma, soprattutto, incapacità biologica dei meridionali di riscattare se stessi per cui sarebbe meglio “farli bollire nel proprio brodo” e lanciare la macchina europea a “due velocità” e formalizzare, così, definitivamente, la rottura materiale del Paese.
Itinerari Gramsciani - XX edizione - 2017
L’umanità di Antonio Gramsci, l’analisi teorica e politica sulla “crisi organica”, gli studi sul Risorgimento italiano, la natura del fascismo, la genesi della “questione meridionale” sono al centro del Seminario di studi conclusivo degli “Itinerari gramsciani 2017”. I documenti inediti sul Suo essere oriundo italo-albanese di Plataci costituiscono una grande novità in questo 80° anniversario della sua morte.
La presentazione di due testi, quello di Mario Brunetti “Gramsci, l’uomo e la favola” e quello di Antonio Gramsci jr “Storia di una famiglia rivoluzionaria” sono il punto di partenza per un ragionamento che tenta di riattualizzare il suo pensiero in rapporto alla riproposizione della “questione meridionale” come grande “questione mediterranea”. In questo senso, teoria e prassi si coniugano in una proposta di salvaguardia di beni culturali ed ambientali che costituiscono l’interesse comune dei popoli che si affacciano nell’Area jonica e che trovano nella minoranza linguistica albanese uno strumento di saldatura con i popoli che hanno lo stesso codice linguistico e che possono proporre una nuova cooperazione nel Mediterraneo.
Programma 2017
Al Vescovo di Cassano
Lettera, sui problemi della povertà, inviata al Vescovo di Cassano da Parte di Mario Brunetti.
Eccellenza Chiarissima,
Henri Frederic Amiel ci segnala simpaticamente che la “sorpresa” è come l’uovo, “da esso può uscire un serpente, invece di una colomba”. A me è andata bene ascoltando il Suo intervento di celebrazione del “prete Francesco Maria Saverio Pizzulli”. La “sorpresa” si è concretizzata in una colomba messaggera di pace: un messaggio opportuno in questi giorni che i bagliori della “terza guerra mondiale” deflagrano al di là del mare nel vicino Oriente. La guardavo fisso mentre Lei parlava per capire, cogliere il senso della Sua presenza in una zona come quella dell’Alto Jonio che, sul terreno economico, rappresenta uno “spaccato” del processo capitalistico di produzione (l’osso e la polpa) e, sul terreno politico e sociale costituisce il punto limite di un degrado economico e culturale in cui, passività e qualunquismo, sono gli elementi caratterizzanti di un gioco alle “apparenze”, attorno a cui si costruisce un modo di vivere drogato e subalterno che non lascia presagire nulla di buono;
A Luigi Berlinguer
Risposta a Luigi Berlinguer inerente il ruolo delle minoranze linguistiche
LUIGI BERLINGUER, GRAMSCI E LA MINORANZA ALBANESE
Lo stupore è stato grande, vedendo l’articolo di Luigi Berlinguer su L’Unità del 27 febbraio dal titolo “Antonio Gramsci, l’albanese”. Con Luigi, proprio discutendo della legge di salvaguardia delle minoranze linguistiche, a cui lui fa riferimento (io presentatore della proposta in Parlamento e lui Ministro) vi furono positive frequentazioni nel corso delle quali si sono stabiliti rapporti di stima ed amicizia, spero reciproci. Ciò mi consente di esprimere alcuni giudizi nel merito e, soprattutto, sottolineare con chiarezza alcuni punti di dissenso.